EICMA 2023: Dove la passione si veste di stile. Apparel e Merchandising nel Mondo delle Due Ruote14/11/2023 L'Eicma 2023 si è conclusa con un trionfo epico, grazie all’”EICMA EFFECT”, uno slogan capace di trasformare l'esposizione internazionale delle due ruote in una festa indimenticabile di passioni condivise. Oltre alle innovazioni rivoluzionarie e ai design mozzafiato delle moto, c'è un'energia speciale che si diffonde nei padiglioni: l'entusiasmo contagioso dei visitatori. Gli appassionati non si limitano a osservare le ultime novità, ma vogliono portare a casa un frammento tangibile di quella passione che infiamma il cuore motociclistico. Voglio condividere una breve riflessione sul significato del merchandising in questo mondo; le aree di abbigliamento e accessori dei Brand sono state prese d'assalto alla fiera. Ho visto appassionati sconsolati perché le taglie delle t-shirt che desideravano erano esaurite; code alle casse per un portachiavi, una felpa o qualsiasi oggetto con il logo del brand; giovani e meno giovani acquistare con orgoglio lo stesso modello di felpa; visitatori che indossavano una maglietta di un brand, e sulla spalla lo zainetto di un altro marchio. Alla fine, la vera competizione motociclistica è sulle piste, non per le strade. Mi rendo sempre più conto che, in fondo, la passione per le due ruote è generosa, inclusiva... spesso, più che in altri sport. Per chi frequenta la fiera, il momento del lancio dei gadget diventa una vera ossessione per accaparrarsi il cappellino o il portachiavi brandizzato. (continua dopo la galleria foto) click per ingrandire/ click to enlarge Qui sta il punto: il merchandising all' Eicma, e in generale il Merchandising/Apparel nel Retail Moto, non è semplicemente una transazione commerciale; è una connessione diretta con il cuore pulsante della cultura motociclistica . Gli appassionati non sono semplici spettatori; sono protagonisti, immersi in un'esperienza che va oltre le moto in esposizione. Ogni capo di abbigliamento, ogni accessorio, diventa una dichiarazione di identità, una forma di espressione di quella passione. Per il brand, è una doppia vittoria: fonte di entrate e un potente strumento di comunicazione e strategia di marketing. Il merchandising nel settore motociclistico è più di un prodotto; è un linguaggio visivo che collega i brand ai loro appassionati. Sarebbe riduttivo considerare il merchandising come una banale esposizione di un logo su un prodotto. Piuttosto, deve incarnare lo stile di vita e l'identità del brand. È fondamentale quindi, per le Aziende, perseguire una ricerca di stile e design grafico all'altezza del proprio brand, creando prodotti che rendano gli appassionati parte del "team" e che portino il brand "a spasso" per le strade in modo distintivo. Il posizionamento di un logo, l'uso del/i colori, la cura del dettaglio, la realizzazione di grafiche accattivanti, sono alla base di un attento approccio al Design di una linea di merchandising che possa suscitare interesse verso un pubblico sempre più esteso. In questo modo, il Merchandising diventa un vero "veicolo" di valori e messaggi che il marchio vuole diffondere. Non è solo indossare un capo di abbigliamento; è abbracciare uno stile di vita e unirsi a una comunità inarrestabile di amanti delle due ruote EN VERSION EICMA 2023: Igniting Passion and Style. Unveiling the World of Two-Wheeler Apparel and Merchandising Eicma 2023 wrapped up with a spectacular triumph, all thanks to the captivating "EICMA EFFECT" slogan, that turned the global two-wheeler expo into an unforgettable celebration of shared passions. Beyond the mind-blowing innovations and stunning motorcycle designs, a unique energy reverberated through the pavilions – an infectious enthusiasm that captivated every visitor. Enthusiasts weren't satisfied with being mere spectators of the latest marvels; they wanted to take home a tangible piece of the fervor that fuels the motorcycling spirit. Let's dive into a brief reflection on the profound significance of merchandising in the motorcycle world; the apparel and accessory areas in the brands boots found themselves under siege at the Fair. Imagine disheartened fans as their desired T-shirt sizes disappeared, forming queues at the counters for keychains, hoodies, or any item proudly displaying the brand's logo. Young and seasoned individuals alike proudly showcasing the same hoodie model, and visitors flaunting a mix of one brand T-shirts and another brand backpacks… the true motorcycle competition, it seems, unfolds on the tracks, not the city streets. It is evident that the passion for two wheels is inherently generous and inclusive. For those immersed in the fair experience, the gadget launch moment transforms into a genuine obsession to snag a branded cap or keychain. Here's the point: Eicma's merchandising, and in general Merchandising/Apparel in Moto Retail, isn't a mere commercial transaction; it's a direct conduit to the throbbing heart of motorcycle culture. Enthusiasts aren't passive onlookers; they're active participants, engaged in an experience that transcends the motorcycles on display. Each piece of clothing and every accessory becomes a declaration of identity, a mode of expressing that profound passion. For brands, it's a double win: a revenue source and a potent tool for communication and marketing strategy. Merchandising in the motorcycle sector is more than a commodity; it's a visual language binding brands with their enthusiasts. Reducing merchandising to a mere logo display on a product would be an oversight. Instead, it must encapsulate the lifestyle and identity the brand champions. It's imperative for companies to embark on a quest for style and graphic design befitting their brand, crafting products that integrate enthusiasts into the "team" and boldly showcase the brand on the streets. Crafting a meticulous approach to logo placement, color usage, attention to detail, and the creation of captivating graphics lays the foundation for a merchandise line that resonates with an ever-expanding audience. In this dynamic dance, Merchandising emerges as a "vehicle" for values and messages the brand wishes to broadcast. It's not merely about clothing; it's an embrace of a lifestyle, an entry into an unstoppable community of two-wheel aficionados. #Eicma #Eicma2023 #EicmaEffect #merchandising #BrandInnovation #licensingDesign #merchandisingDesign #motorbikeApparel #TeamWear #Sportswear #FashionDesign #ProductDesign #Lifestyle
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LEONARDO DA VINCI: GENIO POLEDRICO - Il Rinascimento, culla della multi/inter-disciplinarità5/5/2019 EN version: in the bottom ll 2019 è l'anno di Leonardo da Vinci, il grande genio poliedrico del Rinascimento italiano: artista, pittore, architetto, scienziato. E' nella celebrazione dei 500 anni dalla sua morte che vorrei fare una breve riflessione sul tema della multidisciplinarità - intesa come collaborazione e intersezione fra le arti (contaminazioni e connessioni) - riconducendo le sue origini proprio alla cultura umanistico-rinascimentale, di cui Leonardo fu eccellente rappresentante: il suo vasto campo di interessi, il suo approccio globale alla realtà, la sua capacità di far dialogare le discipline, le esperienze del mondo, della natura e degli uomini, la sua curiosità insaziabile, ne fanno il modello più elevato di genio rinascimentale di cui incorpora pienamente lo spirito. Non solo Leonardo, ma tutti i più grandi Umanisti del suo tempo vedevano naturale considerare arte, scienza, tecnica, letteratura inscindibili, come un tutt'uno. Le botteghe rinascimentali, luoghi di formazione umanistica per eccellenza, erano spazi vivi, di condivisione e collaborazione, di sperimentazione e innovazione. Possiamo definirli gli spazi di "co-working" del XV secolo, privi di web, wi-fi, e smartphones ma autentiche realtà di network. La bottega era una comunità di creativi, di apprendisti, lavoratori, artigiani, tecnici, ingegneri, fortemente connessi fra loro, interdipendenti seppur indipendenti. A Firenze la bottega del Verrocchio (pittore, scultore, musicista, orafo) è una delle più feconde del Rinascimento. Qui Leonardo si avvicina alla carriera di artista come apprendista, e con lui lavorano pittori, scultori, architetti, botanici, anatomisti, matematici , musicisti…Un vero e proprio team multidisciplinare, come lo si definirebbe nell'Impresa - Ideale - di oggi. E' proprio la cultura Umanistica, e con essa il Rinascimento, che rivoluzionano il processo formativo dei decenni precedenti caratterizzato da una conoscenza e da un'arte pratica specializzata. Ad essa si antepone, nel XV secolo, la coscienza della pluralità dei saperi e competenze, necessarie all'uomo per capire e interpretare la realtà complessa che lo circonda. Oggi, con l'espressione "Lifewide Learning" definiamo una forma strategica di apprendimento che supera i luoghi abituali della didattica trovando la sua realizzazione in qualunque contesto ambientale e sociale, con un approccio relazionale e collaborativo. Il concetto educativo è così inteso come crescita globale e integrale della persona. L'apprendimento si identifica in un processo continuo, in divenire fondato sulla esperienza, o meglio, che attraversa le molteplici esperienze nella vita dell'individuo (Lifelong Learning). Si potrebbe riconoscere in questa definizione una rilettura in chiave moderna di una pedagogia "sociale", "integrata" ed "esperienziale" propria della cultura umanistica del '500; quella dell'artista/progettista rinascimentale è un tipo di formazione che rafforza le competenze strategiche e trasversali, connesse e interdipendenti con le competenze di base e quelle specialistiche, e che riconosce nell'Esperienza - nelle molteplici esperienze - il fondamento della Conoscenza (e dell'innovazione). Se gli intellettuali nel Medioevo erano figure fortemente specializzate in settori specifici - si pensi a Dante nella poesia o Giotto nella pittura, l’intellettuale dell’Umanesimo è piuttosto una figura poliedrica, capace di spaziare in diversi campi del sapere. Come Leonardo da Vinci, si possono ricordare altri grandi artisti rinascimentali “pluridisciplinari” o "pluriqualificati", osservatori e interpreti a 360° del mondo circostante, capaci di creare connessioni fra saperi diversi. Per citarne alcuni, tra i più autorevoli: Leon Battista Alberti (architetto, musicista, letterato, pedagogista), Raffaello e Michelangelo (pittori/scultori e architetti), Brunelleschi (architetto, ingegnere, scultore, matematico). Gli artisti Rinascimentali coltivavano contemporaneamente passioni e attività molteplici in un'ottica organica e armoniosa del sapere.Clicca qui per modificare. E’ dunque nel dialogo fra saperi e discipline diverse che le più grandi menti creative hanno saputo fare innovazione (e non solo nel Rinascimento). C’è quindi ora da chiedersi: alla luce di tale evidenza storica, che valore ha realmente "una" qualifica, tanto richiesta e determinante nelle selezioni di head hunters e HR in cerca di grandi professionisti, peraltro spesso accompagnata dalla richiesta di esperienza 10+years nello stesso ruolo e settore? Quanto piuttosto sarebbe forse più produttivo e innovativo esplorare l'esperienza cross-disciplinare per un vero rinnovamento (o nuovo Rinascimento) anche culturale? E' interessante l'analisi di G. Ricuperati, che nel libro "100 Global Minds" raccoglie i profili dei cento personaggi più influenti nel dialogo tra discipline; considerare le competenze come compartimenti stagni favorisce quelle che l’autore chiama “rendite di posizione” ma forse non si adatta alle necessità del futuro più prossimo. Analizzando il "profilo" professionale del Sig. da Vinci (e del Sig. Buonarroti e del Sig. Sanzio...), si potrebbe affermare che proprio la multidisciplinarietà, in tutte le forme possibili, sia la condizione sine qua non della prospettiva e con essa dell'Innovazione. Ora viene spontanea una riflessione: una candidatura così "variegata" - artista, scienziato, ingegnere, pittore, matematico, scenografo, scienziato - che effetto farebbe oggi su un recruiter? Leonardo, ricco di committenti fiduciosi e ambiziosi nel suo Rinascimento, ai giorni nostri dovrebbe "giustificare" in qualche modo il suo eccesso di curiosità, i suoi interessi poliedrici, la frammentarietà delle sue esperienze professionali? Risulterebbe altrettanto "interessante" e credibile a un committente/Azienda o recruiter del nostro secolo? Vogliamo sperare di SI. Vogliamo continuare a credere nella grande eredità che ci ha lasciato la cultura umanistico-rinascimentale, convinta che questa possa favorire visioni innovative nella società, nelle relazioni e nei valori d'impresa. Mai, come in questo momento storico così complesso tutte le forme di conoscenza sono chiamate a collaborare, in un sistema fluido, spontaneo, trasversale. A conclusione di questa analisi, aggiungerei: Leonardo da Vinci non solo era un genio creativo universale con molteplici interessi , ma era anche un ottimo self-promoter (lasciandoci inoltre un esempio eccezionale di CV). Nel 1482 Leonardo ha 30 anni e cerca un contatto con il Duca di Milano. Scrive così a Ludovico il Moro una «lettera di impiego», utilizzando un linguaggio semplice ma esperto, una vera e propria autocandidatura in dodici punti (lo scritto è ora custodito a Milano presso la Biblioteca Ambrosiana). Nove di questi punti presentano le sue conoscenze in armi e macchine da guerra, dunque non hanno niente a che fare con quello per cui era meglio conosciuto e solo negli ultimi 3 punti elenca in modo sintetico i suoi "skills" come pittore e artista. Era quindi consapevole che in quel periodo storico turbolento le sue conoscenze nell'ingegneria bellica avrebbero suscitato maggior interesse nel suo committente. Aveva dunque intuito, anche qui in modo geniale, che presentarsi come esperto nel settore bellico - pur non trattandosi della sua specializzazione - piuttosto che come artista e pittore, avrebbe dato dato maggior valore alla sua presentazione e candidatura. Insomma, un ottimo esempio di "Personal Branding" e di trasversalità dei saperi che ancora oggi fa scuola. Manuela Mazzanti - il Design delle Connessioni #RinascimentoItaliano #LeonardodaVinci #Multidisciplinarità #Innovazione #MadeinItaly "Lettera di presentazione" del 1482 di Leonardo da Vinci a Ludovico il Moro - Testo Originale - Codice Atlantico, Milano, Biblioteca Ambrosiana 1) Ho modi de ponti leggerissimi et forti, et atti ad portare facilissimamente, et cum quelli seguire, et alcuna volta fuggire li inimici, et altri securi et inoffensibili da foco et battaglia, facili et commodi da levare et ponere. Et modi de arder et disfare quelli de l’inimico. 2) So in la obsidione de una terra toglier via l’acqua de’ fossi, et fare infiniti ponti, gatti et scale et altri instrumenti pertinenti ad dicta expedizione. 3) Item, se per altezza de argine, o per fortezza di loco et di sito, non si potesse in la obsidione de una terra usare l’officio de le bombarde, ho modi di ruinare omni rocca o altra fortezza, se già non fusse fondata in su el saxo. 4) Ho ancora modi de bombarde commodissime et facile ad portare, et cum quelle buttare minuti (saxi a similitudine) di tempesta; et cum el fumo di quella dando grande spavento all’inimico, cum grave suo danno et confusione. 5) Et quando accadesse essere in mare, ho modi de molti instrumenti actissimi da offender et defender, et navili che faranno resistenzia al trarre de omni g[r]ossissima bombarda et polver & fumi. 6) Item, ho modi, per cave et vie secrete et distorte, facte senza alcuno strepito, per venire (ad uno certo) et disegnato[loco], ancora che bisognasse passare sotto fossi o alcuno fiume. 7) Item, farò carri coperti, securi et inoffensibili, e quali intrando intra li inimica cum sue artiglierie, non è sì gran de multitudine di gente d’arme che non rompessino. Et dietro a questi poteranno seg[ui]re fanterie assai, illesi e senza alcuno impedimento. 9) Item, occurrendo di bisogno, farò bombarde, mortari et passavolanti di bellissime et utile forme, fora del comune uso. Dove mancassi la operazione de le bombarde, componerò briccole, mangani, trabucchi et altri instrumenti di mirabile efficacia, et fora del usato; et insomma, secondo la varietà de’ casi, componerò varie et infinite cose da offender et di[fendere]. 10) In tempo di pace credo satisfare benissimo ad paragone de omni altro in architectura, in composizione di edificii et pubblici et privati, et in conducer acqua da uno loco ad uno altro. 11) Item, conducerò in sculptura di marmore, di bronzo et di terra, similiter in pictura, ciò che si possa fare ad paragone de onni altro, et sia chi vole. 12) Ancora si poterà dare opera al cavallo di bronzo, che sarà gloria immortale et eterno onore de la felice memoria del Signor vostro patre et de la inclita casa Sforzesca. Lettura moderna del testo : 1) Sono in grado di creare ponti, robusti ma maneggevoli, sia per attaccare i nemici che per sfuggirgli; e ponti da usare in battaglia, in grado di resistere al fuoco, facili da montare e smontare; e so come bruciare quelli dei nemici. 2) In caso di assedio, so come eliminare l’acqua dei fossati e so creare macchine d’assedio adatte a questo scopo. 3) Se, sempre in caso di assedio, la fortezza fosse inattaccabile dalle normali bombarde, sono in grado di sbriciolare ogni fortificazione, anche la più resistente. 4) Se, sempre in caso di assedio, la fortezza fosse inattaccabile dalle normali bombarde, sono in grado di sbriciolare ogni fortificazione, anche la più resistente. 5) Sono in grado di ideare e creare, in modo poco rumoroso, percorsi sotterranei per raggiungere un determinato luogo, anche passando al di sotto di fossati e fiumi. 6) Costruirò carri coperti, sicuri, inattaccabili e dotati di artiglierie, che riusciranno a rompere le fila nemiche, aprendo la strada alle fanterie, che avanzeranno facilmente e senza ostacoli. 7) Se c’è bisogno costruirò bombarde, mortai e passavolanti [per lanciare sassi e ‘proiettili’] belli e funzionali, rielaborati in modo nuovo. 8) Se non basteranno le bombarde, farò catapulte, mangani, baliste [macchine per lanciare pietre e ‘fuochi’] e altre efficaci macchine da guerra, ancora in modo innovativo; costruirò, in base alla situazione, infiniti mezzi di offesa e difesa. 9) In caso di battaglia sul mare, conosco efficaci strumenti di difesa e di offesa, e so fare navi che sanno resistere a ogni tipo di attacco. 10) In tempo di pace, sono in grado di soddisfare ogni richiesta nel campo dell’architettura, nell’edilizia pubblica e privata e nel progettare opere di canalizzazione delle acque. 11) So realizzare opere scultoree in marmo, bronzo e terracotta, e opere pittoriche di qualsiasi tipo. 12) Potrò eseguire il monumento equestre in bronzo che in eterno celebrerà la memoria di Vostro padre [Francesco] e della nobile casata degli Sforza. EN version 2019: The Year of Leonardo da Vinci - A Reflection on Multidisciplinarity 2019 marks the celebration of Leonardo da Vinci, the brilliant polymath of the Italian Renaissance: artist, painter, architect, scientist. In honor of the 500th anniversary of his passing, I want to reflect briefly on the theme of multidisciplinarity—understood as the intersection and collaboration between the arts (cross-pollination and connections)—and trace its origins back to the Renaissance humanist culture that Leonardo epitomized. His extensive interests, holistic approach to reality, skill in bridging disciplines, and insatiable curiosity make him the quintessential Renaissance genius, embodying its spirit fully. Leonardo, along with other great Humanists of his era, naturally viewed art, science, technique, and literature as inseparable—a holistic unity. Renaissance workshops (in Italian, "botteghe"), the ultimate centers of humanist education, were vibrant spaces for collaboration, experimentation, and innovation. We could describe them as the "co-working spaces" of the 15th century: though lacking web, Wi-Fi, or smartphones, they were authentic hubs of networking. A workshop was a community of creatives, apprentices, artisans, and engineers, deeply connected and interdependent yet maintaining independence. In Florence, the workshop of Verrocchio—a painter, sculptor, musician, and goldsmith—was one of the Renaissance’s most fertile. Leonardo began his career here as an apprentice, working alongside painters, sculptors, architects, botanists, anatomists, mathematicians, and musicians—a true multidisciplinary team, as we might call it in today's business context. Renaissance humanism revolutionized the previous decade’s specialized, practical knowledge, ushering in an awareness of the plurality of skills and competencies needed to understand and interpret the complex surrounding world. Today, we refer to "Lifewide Learning" as a strategic form of learning that transcends traditional educational spaces, unfolding in any environmental or social context through a relational and collaborative approach. The concept of education thus evolves into a holistic personal growth process, lifelong learning through varied experiences in an individual’s life. One could see this as a modern reinterpretation of a "social," "integrated," and "experiential" pedagogy rooted in the humanistic culture of the 16th century. The Renaissance artist/designer received a form of training that reinforced strategic, cross-functional skills interwoven with basic and specialized competencies, recognizing experience—multiple experiences—as the foundation of knowledge (and innovation). While intellectuals in the Middle Ages were highly specialized in specific fields—think of Dante in poetry or Giotto in painting--the humanist intellectual became a polymath, capable of traversing multiple knowledge domains. Alongside Leonardo da Vinci, other prominent "multidisciplinary" Renaissance figures stand out as 360° observers and interpreters of the world, capable of connecting diverse fields of knowledge. Noteworthy among them are Leon Battista Alberti (architect, musician, writer, educator), Raffaello and Michelangelo (painters/sculptors and architects), and Brunelleschi (architect, engineer, sculptor, mathematician). These Renaissance artists cultivated multiple passions and activities simultaneously, pursuing knowledge in an organic and harmonious way. It is precisely in the dialogue between different fields and disciplines that the greatest creative minds innovated—and not only in the Renaissance. Given this historical evidence, it raises the question: how much value does "one" qualification—so crucial to headhunters and HR professionals searching for top talent, often accompanied by demands for 10+ years of experience in a single role and field—truly have? Might it be more productive and innovative to explore cross-disciplinary experience for genuine renewal (or a "new Renaissance") even culturally? G. Ricuperati’s analysis in 100 Global Minds profiles the hundred most influential figures in interdisciplinary dialogue. He suggests that seeing skills as compartmentalized creates what he calls "position rents," which may not adapt well to the needs of the immediate future. Reflecting on the professional "profile" of Mr. da Vinci (and of Mr. Buonarroti and Mr. Sanzio...), one could argue that multidisciplinarity, in all its forms, is the essential condition for perspective and, thus, Innovation. A reflection arises: what effect would such a "varied" application—artist, scientist, engineer, painter, mathematician, stage designer—have on today’s recruiter? Leonardo, surrounded by ambitious patrons in his Renaissance, would today need to "justify" his boundless curiosity, his multifaceted interests, the fragmentation of his professional experiences. Would he be equally "appealing" and credible to a client/company or recruiter of our century? We hope the answer is yes. We aspire to keep believing in the great legacy left to us by the humanist-renaissance culture, trusting that it can foster innovative visions in society, relationships, and corporate values. Now, more than ever in this complex historical moment, all forms of knowledge must collaborate within a fluid, spontaneous, and transversal system. In closing, I would add: Leonardo da Vinci was not only a universal creative genius with multifaceted interests but also an excellent self-promoter, leaving us an extraordinary example of a CV. At age 30 in 1482, Leonardo sought contact with the Duke of Milan, Ludovico Sforza. He wrote an "employment letter" in twelve points (the document is now held at the Biblioteca Ambrosiana in Milan), listing his knowledge in weaponry and war machines in nine points, with only the last three succinctly mentioning his "skills" as a painter and artist. Thus, he understood that in the turbulent era of his time, his engineering knowledge would hold more interest for his client than his skills as an artist and painter. He intuitively realized that presenting himself as an expert in military engineering, rather than solely as an artist, would add value to his proposal. This is an excellent example of "Personal Branding" and knowledge cross-functionality that remains relevant today. "Presentation Letter" of 1482 by Leonardo da Vinci to Ludovico Sforza ("il Moro") – translation Codex Atlanticus, Milan, Biblioteca Ambrosiana
#Renaissance #LeonardodaVinci #Multidisciplinary #Innovation #MadeinItaly References: Arte che non sembra Arte, Lorenza Perelli serie Francoangeli 2017 Botteghe artigiane Rinascimentali e co-working cosa hanno in comunque? - Piero Formica harvard Business Review Educazione permanente nella prospettiva del lifelong e lifewide learning - Prof. Gabriella Aleandri 100 Menti Globali - redazionale Rivista Studio Blog 100 Global Minds - Gianluigi Ricuperati, Roads Pub 2015 Il curriculum di Leonardo da Vinci - Giacomo Dalseno, Ambiente di teoria e pratica della formazione Suggerimenti alla lettura: Rinascimento Oggi- la rivoluzione del marketing Umanistico: creatività e idee per la human Satisfaction - Marzio Bonferroni Buone notizie per gli investimenti legati alle strategie di Brand Innovation.
Al convegno annuale "ALTAGAMMA CONSUMER & RETAIL Insight 2019" organizzato a Milano da "Altagamma - creatività e cultura italiana" si fa luce sui Consumer Trends e Previews nel settore Luxury. Nicola Pianon, senior partner e managing director della Boston Consulting Group, ci riporta l'andamento e le prospettive del settore Lusso. Secondo lo studio annuale “True-Luxury Global Consumer Insight” in cima alla lista dei new and emerging key trends, al primo posto compaiono le COLLABORATIONS. Grazie alle Limited Editions e Capsule Collections un Brand può permettersi di "cambiare senza dover cambiare", cioè può estendere la propria identità senza snaturare il proprio storico DNA. Stefano Sassi, CEO Valentino, identifica nella "collaborazione" lo strumento per dare attualità, contemporaneità, modernità al proprio marchio. Le contaminazioni funzionano. Bisogna prenderne atto. Alla domanda del moderatore Andrea Cabrini (Managing Editor at ClassCnbc, ClassLife, ClassTv e condirettore MilanoFinanza), "le collaborazioni espongono un Brand al rischio di perdere la propria identità?" Sassi risponde che è importante investire su bravi creativi capaci di interpretare ed estendere l'identità del marchio e dei suoi prodotti, lavorando in sinergia con il marketing team. Le operazioni di co-branding non devono quindi spaventare, al contrario rappresentano per le aziende partners una valida occasione di reciproco potenziamento della forza commerciale . Intervengono anche Giovanni Tamburi, titolare della TIP (Tamburi Investment Partner) banca d’investimenti e d’affari che annovera tra i suoi collocamenti quello in Moncler, Hugo Boss, Furla, Carlo Alberto Beretta, brand General manager della Tod's e Carlo Marenzi, presidente e AD di Herno. Tutti d'accordo su questo punto: le collaborazioni rinnovano la visione del brand e catturano nuovi consumatori. E' questo il presente e il futuro del mercato del Lusso (e non solo). Per chi ha sempre creduto nell'importanza delle collaborazioni, questa è l'ulteriore conferma che stiamo seguendo la direzione giusta. Manuela Mazzanti - "Il design delle connessioni" |
Manuela Mazzanti
Designer e consulente creativa con esperienza maturata in Aziende nel settore Moda, Accessori e Arredo. Archivi
Novembre 2024
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