Le ultime fiere di settore lo confermano: la moda del futuro è un intreccio tra sostenibilità, innovazione e una creatività sempre più sperimentale. Il design si libera dai vincoli del passato e si proietta verso una dimensione in cui la tradizione dialoga con la tecnologia, le forme si ridefiniscono e i materiali si trasformano in esperienze multisensoriali. Milano Unica, fiera di riferimento dei tessuti e degli accessori di alta gamma per l'abbigliamento, ha tracciato una visione precisa con il concept "MU Land", un viaggio attraverso tre mondi stilistici che fondono realtà e immaginazione. Rural – Land of Farm riscopre il legame con la natura, riportando in primo piano fibre grezze, tonalità calde e lavorazioni artigianali che profumano di autenticità. Zen – Land of Spirit si immerge nella leggerezza e nella fluidità, con materiali impalpabili e colori sfumati che evocano equilibrio e serenità. Underground – Land of Urban, invece, è un’ode alla sperimentazione, dove tessuti tecnologici, texture metalliche e silhouette avanguardistiche ridisegnano l'estetica metropolitana. È qui che il confine tra moda e innovazione si assottiglia, aprendo la strada a un linguaggio stilistico tutto nuovo. Milano Fashion&Jewels (22-25 febbraio Fieramilano), con il progetto "Design Directions", in collaborazione con Poli.Design, anticipa le tendenze che ridefiniranno il concetto di stile nei prossimi anni. Un percorso visionario che si traduce in due direzioni chiave: Dreampact e Artisoul. Dreampact ci porta in una dimensione sospesa tra sogno e realtà, dove natura e tecnologia si incontrano per creare scenari surreali. Luci, ombre e illusioni visive trasformano gli spazi, mentre il corpo diventa protagonista di una nuova narrazione estetica. Artisoul, invece, è un tributo all’artigianato e alla tradizione. Texture grezze, dettagli fatti a mano e richiami al passato si fondono con il design contemporaneo, dimostrando che il futuro della moda non può prescindere dal valore della manualità e della creatività autentica. Anche il denim si reinventa. Première Vision Denim segna una svolta nel settore, con un approccio sempre più circolare e sostenibile. I tessuti rigenerati, le tinture naturali e le innovazioni hi-tech ridefiniscono il concetto di performance, dimostrando che il jeanswear del futuro può essere sia funzionale che responsabile. Le silhouette diventano più rilassate, i volumi si ampliano e i colori si fanno più audaci, mentre il design si arricchisce di elementi destrutturati e dettagli sovrapposti, creando una nuova profondità visiva. È il denim che non smette di evolversi, mantenendo la sua essenza ma abbracciando un'estetica più fluida e dinamica. Negli ultimi anni, in Italia, il settore della moda ha registrato una contrazione significativa, con una flessione del fatturato nel 2024 del -5,3%. Tessile, abbigliamento, calzature e pelletteria hanno subito cali importanti, una situazione che riflette non solo i cambiamenti nelle abitudini di consumo e l’evoluzione dei mercati globali, ma anche un contesto politico ed economico che ha contribuito a generare instabilità. Le politiche commerciali, le regolamentazioni sempre più stringenti e le tensioni economiche internazionali stanno ridefinendo le dinamiche del settore, imponendo nuove sfide alle aziende e ai brand che operano in questo mercato. Ma la moda ha sempre dimostrato di sapersi reinventare, e questo momento non fa eccezione. Le soluzioni per rilanciare il settore passano dall’adozione di pratiche più sostenibili, dalla fusione tra artigianato e tecnologia e da un design sempre più esperienziale. La personalizzazione, il valore dell’unicità e l’uso di materiali innovativi potrebbero aprire nuovi scenari e conquistare un pubblico sempre più attento e consapevole. Un’altra leva strategica? Le collaborazioni tra brand. Le sinergie tra marchi, magari provenienti da settori differenti, possono dare vita a capsule collection esclusive e limited edition capaci di catturare l’attenzione di un pubblico più ampio. L’incontro tra materiali innovativi e lavorazioni tradizionali, le contaminazioni tra mondi creativi diversi e le edizioni speciali possono trasformarsi in un potente strumento per rilanciare il mercato. Le nuove tendenze non sono solo ispirazioni stilistiche, ma vere e proprie strategie per ripensare il settore e proiettarlo verso nuove opportunità. La moda è energia in costante evoluzione. Si nutre di visione, di audacia e di cambiamento. Ogni epoca riscrive il suo stile, e proprio nella capacità di guardare avanti senza dimenticare le radici che può nascere l’innovazione. ENGLISH version Spring/Summer 2026 - Fashion Trends: A Fusion of Nature, Technology, and Experimentation The latest industry events have made one thing clear: the future of fashion is a bold mix of sustainability, innovation, and creative experimentation. Design is breaking free from tradition, stepping into a realm where heritage meets technology, silhouettes are redefined, and materials evolve into multisensory experiences. Milano Unica, leading trade show for fashion fabrics and accessories, has set the tone with its "MU Land" concept, a journey through three stylistic worlds that merge reality and imagination. Rural – Land of Farm reconnects with nature, spotlighting raw fibers, earthy tones, and artisanal craftsmanship. Zen – Land of Spirit embraces lightness and fluidity, featuring delicate materials and soft hues that evoke a sense of balance and serenity. Underground – Land of Urban, meanwhile, is an ode to experimentation, where tech fabrics, metallic textures, and avant-garde silhouettes reshape urban aesthetics. Here, the line between fashion and innovation fades, making way for a new visual language. Milano Fashion&Jewels (February 22-25, Fieramilano), through its "Design Directions" project in collaboration with Poli.Design, forecasts the trends that will redefine style in the years to come. This visionary path unfolds in two key directions: Dreampact and Artisoul. Dreampact transports us into a dimension where dream and reality blend, with nature and technology coming together to craft surreal landscapes. Light, shadow, and optical illusions transform spaces, while the body takes center stage in a new aesthetic narrative. Artisoul, on the other hand, pays tribute to craftsmanship and tradition. Rough textures, handcrafted details, and references to the past seamlessly merge with contemporary design, proving that the future of fashion is deeply rooted in artisanal expertise and authentic creativity. Denim is also undergoing a transformation. Première Vision Denim is pushing the industry towards circularity and sustainability. Regenerated fabrics, natural dyes, and high-tech innovations are reshaping performance, proving that the jeanswear of tomorrow can be both functional and responsible. Silhouettes are becoming more relaxed, volumes more generous, and colors bolder, while deconstructed details and layered compositions add depth. Denim never stops evolving. It stays true to its essence while embracing a fluid, dynamic aesthetic. Italian fashion industry has faced a significant downturn in recent years, marking a decline of 5,3% in 2024. The textile, apparel, footwear, and leather goods sectors have seen substantial losses, reflecting not only shifts in consumer behavior and global market dynamics but also a political and economic climate that has fueled instability. Trade policies, stricter regulations, and global economic tensions are reshaping the landscape, presenting fresh challenges for brands and businesses. Yet, fashion has always found ways to reinvent itself, and this moment is no different. The key to revitalization lies in sustainable innovation, a seamless blend of craftsmanship and technology, and an increasingly immersive approach to design. Personalization, exclusivity, and cutting-edge materials could unlock new possibilities, attracting consumers who seek authenticity and deeper connections with the products they choose. Another major driver of change? Brand collaborations. Partnerships across industries are paving the way for exclusive capsule collections and limited editions that capture attention and drive engagement. The fusion of innovative materials with traditional techniques, the blending of creative worlds, and the rise of special edition releases are proving to be powerful strategies for reinvigorating the market. New trends are more than just style cues—they are strategic tools to reshape the industry and uncover fresh opportunities. Fashion is a force in constant motion. It thrives on vision, boldness, and transformation. Each era reinvents its aesthetic, and it is in the ability to push forward without losing sight of its roots that true innovation emerges. #SpringSummer2026 #FashionTrends #SustainableFashion #DesignInnovation #FashionBusiness #MilanoUnica #MadeinItaly
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"Né arte né design". Alla Triennale di Milano si è svolto il 23 settembre il convegno sulle Arti Applicate in Italia, promosso dalla Fondazione Cologni. Il tavolo di discussione è stato condotto da Ugo la Pietra, architetto, designer, artista italiano, ricercatore instancabile, da sempre fervido sostenitore di un processo creativo "sinestetico" fra le arti, cioè fatto di contaminazioni e "travasi" fra discipline diverse. Il tema affrontato: come recuperare il saper fare artigiano nel design? Prima di tutto slegandosi dall'idea, sbagliata, che ciò che è artigianale sia necessariamente "classico" e persino di scarso "buon gusto", ricordandoci che in tutta Europa e in tutto il mondo, invece, il termine "craft" (talvolta,ma non sempre, autoprodotto) ha in sé il plus-valore della "fatto sapientemente", appunto con perizia artigiana, oltre che creato/progettato con metodo. Ci si chiede quindi: come incentivare anche in Italia questa interazione e integrazione fra design e artigianato, capace di generare manufatti, o meglio "arte-fatti", cioè oggetti "fatti-ad-arte"? Come recuperare nel processo di design e progettazione il valore della manualità artigiana a fronte di un sistema che è sempre più industriale e strutturato per la produzione in serie? Enzo Biffi Gentili, Direttore del Seminario di Arti Applicate/MIAAO di Torino, già nel 2002 aveva lanciato la kermesse torinese, "Artigiano Metropolitano" per rilanciare il settore delle Arti Applicate - in genere considerato minore e confinato in fiere del mobile e dell'artigianato. Una manifestazione di alto livello culturale articolata in sette mostre nel centro della città per raccontare un secolo di creatività artistico industriale a partire dall'Esposizione Internazionale del 1902, la prima al mondo destinata esclusivamente alle arti decorative. L'arte applicata, sottolinea Gentili al convegno, aspira alla riproposizione di una "techne" (dal greco τέχνη) intesa come capacità creativa, elaborazione progettuale ma anche, necessariamente, come perizia esecutiva, come mestiere d’arte. Harold Rosenberg, critico d'arte e storico di metà XX sec, arriva persino ad affermare che "non c'è differenza fra un artigiano eccellente e un designer". A livello europeo è sempre maggiore l'attenzione da parte del designer verso l'arte, le nuove materie, le nuove tecniche, verso i sistemi di autoproduzione. Una tendenza che vede rinnovare la vecchia struttura dell'artista/artigiano, maestro del saper fare, delineando una figura nuova, capace di introdurre ora nel proprio lavoro tutte le componenti di una impresa moderna: un progetto di qualità, la tecnica e i procedimenti innovativi, la comunicazione e commercializzazione. Al tempo stesso dunque artista, designer e artigiano. In Italia questo processo di rinnovamento è meno marcato che nel Nord Europa ad esempio. Ancora, forse, manca nel nostro paese una politica culturale diffusa, e non esiste un sistema commerciale strutturato che possa supportare questo nuovo modello di piccola/piccolissima impresa. Di fatto, comunque, siamo tenuti a confrontarci con il "craft" europeo. Non bisogna dimenticare che l'Italia è storicamente la culla del saper fare artigiano e vanta ancora oggi la presenza sul territorio di eccellenze che ci vengono riconosciute all'estero come ineguagliabili. In questa riflessione siamo invitati a focalizzare l’attenzione sulle nostre diversità territoriali intese come valori, a livello culturale e materiale, e coltivare quindi un saper fare Territoriale. Il "Made in Italy" non è dunque sufficiente . Suona come una provocazione, ma è così: il Parmigiano è Reggiano, non italiano, la pizza è napoletana, non italiana, il vetro lavorato è di Murano, non Italiano... L'invito è quindi ritrovare l’unicità delle nostre differenze, influenzate dalle stratificazioni culturali e dalle varietà dei nostri territori. Paola Navone, altra protagonista del convegno, sulla scia di questa riflessione di La Pietra, azzarda persino l'idea, geniale, di rinforzare i "cluster" di regione, e affiancare al mercato "slow" nel food e nel settore alimentare anche la territorialità del craft (e perché non chiamarlo "Slow craft"?). L'invito di Francois Burkardt, storico del design e curatore, direttore della rivista Domus dal 1996 al 2000, è poi portare questa nuova arte/artigianalità/design nell'abitare collettivo - riportandoci al concetto di "abitare felice" nella cultura del movimento Bauhaus - e contribuire così alla bellezza delle nostre città, con una caratterizzazione urbanistica che possa avere valore "artistico", oltre che puramente funzionale. Nel dibattito si parla poi di trasformazione digitale e "fare artigiano". Se da una parte la prima ha portato a una perdita di "relazione tattile", essenza intrinseca del fatto a mano, dall'altra le tecnologie digitali aprono importanti nuove opportunità anche per il settore della manifattura. L'artigiano di oggi deve essere capace di raccogliere questa nuova sfida, affiancando alla motivazione personale, alla passione per il mestiere d'Arte - quindi al proprio "capitale semantico" - altri strumenti, dai quali oggi non si può prescindere. Parliamo di strumenti di marketing (promozione sui piattaforme social), commerciali (piattaforme e-commerce), e nuovi mezzi tecnici (stampanti 3D), che devono essere utilizzati dall'artigiano di oggi per recuperare il valore intrinseco dell'oggetto, del pezzo unico e fatto su misura. Per capire il potenziale effettivo pensiamo allo Storytelling, strategia vincente di comunicazione persuasiva nel digital marketing. Raccontare la storia di un Marchio, di una Azienda, di un Prodotto è uno degli strumenti più efficaci per creare mercato. Se la storia, la sua storia, ce la racconta un artigiano, un artigiano italiano, uno che ha veri contenuti ricchi di tradizione e passione, allora ci sono ottime probabilità che sia un buon racconto e che possa realmente aiutare l'impresa e valorizzare il suo Saper Fare. Nel caso dell'artigiano, poi, non si tratta solo di strategia per vendere il prodotto ma anche mezzo per diffondere cultura. Nel dibattito della giornata, di fronte all'interrogativo su come favorire dunque nel nostro sistema di impresa l'incontro fra design e artigianato, emerge chiara l'importanza di fare un passo avanti nella didattica. E' necessario investire sulla formazione, creare laboratori didattici capaci di far crescere le discipline internamente alle grande accademie del design in Italia. e pensare a queste accademie come luoghi politecnici di ricostruzione delle filiere del valore. Proprio la Bauhaus era nata come fusione tra una scuola tecnica e un'accademia di arte in cui allievi e insegnanti/artigiani erano uniti dallo stesso intento di "erigere la casa del futuro", vivendo in stretta collaborazione nella scuola in un clima di entusiasmo e familiarità. Nella storia di Gropius il momento teorico, il momento pratico della creazione e il momento pedagogico sono impossibili da separare. Un'altra strada da intraprendere nel sistema formazione/lavoro sarebbe incentivare percorsi di apprendistato degli studenti presso i laboratori artigiani. Un primo passo per incentivare la cultura del fare, e fare bene, oltre che quella del progettare. Magari, chissà... con la speranza che il sistema didattico in "bottega" (ricordando che è nelle antiche botteghe rinascimentali che ha origine il saper fare italiano) e un "design territoriale" (nel nostro passato artistico e culturale erano proprio le singole identità territoriali a fare "Scuola" - vedi l'antica scuola Fiorentina, la scuola Veneziana, la scuola Romana,etc..) possano portare l'impresa italiana verso una nuova Rinascita. Forse possiamo cominciare a immaginare anche all'interno della media/grande impresa italiana la valorizzazione del "progetto umano", e pensare a questo come senso nuovo, autentico, per fare impresa con successo. E' quello che dopotutto accadde nel Rinascimento quando lo stesso Umanesimo diventò strumento di realizzazione di un progetto unificante della polis, delle arti e dei mestieri. I segnali di questa nuova direzione cominciamo a vederli. Fra i tanti, Diadora e la Capsule Moda A/I 2019 in collaborazione con il designer Danilo Paura, che ha come tema principale "craftsmanship as a rule" , progetto "Made in Italy" che combina ricerca, sartorialità al dna sportivo di Diadora; la collezione di Giuseppe Zanotti, (marchio di calzature di lusso scelte da star internazionali come Madonna, Beyoncè, Gwen Stefani, Jennifer Lopez..), appena presentata durante la settimana della moda P/E 2020, frutto di un mix di creatività/design e artigianalità al 100%made in Italy. Ancora, a conferma di questa tendenza è la delibera appena approvata dal Comune di Venezia per tutelare le attività commerciali che valorizzano il patrimonio culturale della città, quindi la concessione di autorizzazioni in centro storico a negozi con artigianato locale di qualità piuttosto che prodotti low cost che di Made in Italy hanno ben poco. Dialogare con questi valori distintivi della qualità' italiana - la creatività, l’innovazione, la bellezza, la ricchezza nella differenza e un forte legame con il territorio - non significa guardare indietro o solo difendere la tradizione; vuol dire ridare forza a un progetto culturale condiviso e proporre un nuovo paradigma economico e sociale sostenibile, che riconosca il valore del "capitale umano", la sua capacità di produrre "rendimento" in termini di "produttività totale" e di conseguenza, di benessere, individuale e collettivo. |
Manuela Mazzanti
Designer e consulente creativa con esperienza maturata in Aziende nel settore Moda, Accessori e Arredo. Archivi
Febbraio 2025
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